Massimiliano Bazzana
 
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Gli amici se ne vanno


Max Bazzana - Bloggaroli
I PENSIERI DELIRANTI DELLE BAMBINE

Ripartiamo da mercoledì mattina, quando è avvenuto il tragico distacco dai nostri amici.

Salutiamo per primo Max...tra scherzi e battute sento che il magone sta salendo, ma lo trattengo e faccio finta di niente.
Poi è la volta di Gargantua..piano piano stiamo diminuendo sempre di più e ognuno sta tornando a casa propria. Verso mezzogiorno salutiamo anche Vir, che si sarebbe fermato a Carrara da un suo amico..a forza di andare a trovare gli amici, visiterà davvero tutta l'Italia.

Rimaniamo io e Lara, le due bambine ppppazze (proprio con 4 p come dice Franca)..che facciamo? Andiamo a mangiare o visitiamo un po'Roma? Il desiderio di scoprire questa magica città ha il sopravvento. Da piazza del Popolo ci spostiamo, camminiamo senza una meta ben precisa, ma nemmeno a farlo a posta ci ritroviamo sempre in zona Pantheon- Piazza Madama..pazzesco, non riusciamo ad allontanarcene. A forza di ronzare intorno a quella zona, incrociamo Franca, appena uscita da una commissione. Ci racconta cosa le è successo, del cellulare che non ritrova più..noi la guardiamo inebetite e quasi in sincronia pensiamo: "Ma quanto è bella..eh.."
Prendiamo appuntamento per la mattina successiva per colazione.

Continuiamo a girovagare come delle ppppazze e con due ore di anticipo arriviamo all'auditorium dove la grandissima Joan Baez avrebbe cantato alle nove.
Siamo praticamente le prime ad arrivare..l'auditorium è deserto, poi cominciano ad arrivare le prime persone: età media 50 anni, perchè siamo noi con i nostri 20 anni ad abbassarla. Una signora si avvicina a noi e ci domanda: "Ma la conoscete?" "certo", rispondiamo quasi stizzite.
Entriamo dentro la sala..la gente entra, scorgiamo tra il pubblico Furio Colombo, secondo me il senatore più affascinate di tutti. La platea e la galleria pian piano si riempiono, l'emozione è nell'aria, attendiamo Joan, le luci si abbassano, lei sale sul palco. La accoglie un grandissimo applauso, io la osservo bene, penso a quello che questa grande artista rappresenti per tutti: io e Lara siamo lì ad ascoltarla e a batterle le mani. E' straordinaria, riesce a riunire non solo chi ha vissuto il '68 e le battaglie degli anni '70, ma anche due giovani ragazze come noi, che tutti quegli avvenimenti li hanno studiati solo sui libri di scuola. L'emozione diventa fortissima, quando comincia a cantare: Farewell Angelina, Christmas time in Washinghton, Gracias a la vida, Un mondo d'amore, C'era un ragazzo...

Siamo felicissime di essere lì e man mano che passano le ore ci rendiamo sempre più conto di quanto abbiamo fatto bene a rimanere un giorno in più. Le lacrime scendono, non ce ne rendiamo conto, siamo sommerse dalle emozioni.
Il concerto finisce e qui sento salire tutti i brividi addosso: un signore dalla galleria comincia ad intonare We shall overcome, tutti gli andiamo dietro, Joan rientra e cantiamo tutti assieme. Un'emozione che non dimenticherò mai.
Usciamo da teatro, telefoniamo a Franca e in delirio le urlo: "Francaaaaaaaaa, dovevi esserciiiiiiiiiiiiiiiii",e lei ci racconta che negli anni 70 Joan Baez le ha dedicato il concerto a Milano. Una grandissima.

Finita la telefonata il delirio continua: sappiamo che Franca sta male per il voto, le è costato votare contro coscienza, si sente in colpa. Io e Lara ci guardiamo negli occhi, per un attimo tutta la nostra timidezza sembra scomparire, ci viene in mente di andare da Joan Baez che nel frattempo è a cena lì vicino con Furio Colombo, vogliamo dirle che siamo delle amiche di Franca e se per favore può chiamarla per salutarla.
Poi mille dubbi ci frenano: "magari a Franca non fa piacere, magari è una cosa sbagliata..", perdiamo l'attimo, siamo in preda a mille emozioni, poi pensiamo: "Vabbè glielo raccontiamo, sai che risate ci faremo" .

Prendiamo il taxi
(abbiamo incontrato il tassista più ladro del mondo), torniamo al nostro adorato ostello. Visto che gli altri se ne erano andati, chi avrebbe dormito con noi? Entriamo nella nostra pseudo-camera, non accendiamo nemmeno la luce per non disturbare, ci aiutiamo con quella del cellulare, andiamo velocemente in bagno (e non mi soffermerò sulla descrizione del bagno, perché non ci sono parole per descriverlo), poi ci mettiamo a letto. Carichiamo la sveglia: "allora abbiamo appuntamento con franca alle 9.20, mettiamo la sveglia alle 6.30". Certo.
Siamo in un letto a castello: Lara sopra, io in quello sotto. Entro sotto il piumone, perché non avevamo lenzuola per coprirci e al'improvviso sento qualcosa tra le gambe..Cerco di mantenere la calma..capisco che è un pezzo di stoffa, forse cotone, ma cosa? Prendo coraggio e lo afferro...sono mutande..sicuramente non mie.
Le lancio via dal mio letto, busso al letto di lara, che sta sopra di me e le dico sottovoce: "Laraaaaa" e lei "Che c'èèèè?" " Ho un paio di mutande tra le mie gambeeeeeee" e lei "Gettale viaaa" Quante risate ci siamo fatte poi la mattina e continuiamo a farci tuttora.

Non riusciamo a dormire, mille pensieri ci attraversano la testa..ci vorrà un po' per assorbire del tutto questi giorni romani.

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