Ripartiamo
da mercoledì mattina, quando è
avvenuto il tragico distacco dai nostri amici.
Salutiamo per primo Max...tra scherzi e battute
sento che il magone sta salendo, ma lo trattengo
e faccio finta di niente.
Poi è la volta di Gargantua..piano piano
stiamo diminuendo sempre di più e ognuno
sta tornando a casa propria. Verso mezzogiorno
salutiamo anche Vir, che si sarebbe fermato
a Carrara da un suo amico..a forza di andare
a trovare gli amici, visiterà davvero
tutta l'Italia.
Rimaniamo io e Lara, le due bambine ppppazze
(proprio con 4 p come dice Franca)..che facciamo?
Andiamo a mangiare o visitiamo un po'Roma? Il
desiderio di scoprire questa magica città
ha il sopravvento. Da piazza del Popolo ci spostiamo,
camminiamo senza una meta ben precisa, ma nemmeno
a farlo a posta ci ritroviamo sempre in zona
Pantheon- Piazza Madama..pazzesco, non riusciamo
ad allontanarcene. A forza di ronzare intorno
a quella zona, incrociamo Franca, appena uscita
da una commissione. Ci racconta cosa le è
successo, del cellulare che non ritrova più..noi
la guardiamo inebetite e quasi in sincronia
pensiamo: "Ma quanto è bella..eh.."
Prendiamo appuntamento per la mattina successiva
per colazione.
Continuiamo a girovagare come delle ppppazze
e con due ore di anticipo arriviamo all'auditorium
dove la grandissima Joan Baez
avrebbe cantato alle nove. Siamo praticamente
le prime ad arrivare..l'auditorium è
deserto, poi cominciano ad arrivare le prime
persone: età media 50 anni, perchè
siamo noi con i nostri 20 anni ad abbassarla.
Una signora si avvicina a noi e ci domanda:
"Ma la conoscete?" "certo",
rispondiamo quasi stizzite.
Entriamo dentro la sala..la gente entra, scorgiamo
tra il pubblico Furio Colombo, secondo me il
senatore più affascinate di tutti. La
platea e la galleria pian piano si riempiono,
l'emozione è nell'aria, attendiamo Joan,
le luci si abbassano, lei sale sul palco. La
accoglie un grandissimo applauso, io la osservo
bene, penso a quello che questa grande artista
rappresenti per tutti: io e Lara siamo lì
ad ascoltarla e a batterle le mani. E' straordinaria,
riesce a riunire non solo chi ha vissuto il
'68 e le battaglie degli anni '70, ma anche
due giovani ragazze come noi, che tutti quegli
avvenimenti li hanno studiati solo sui libri
di scuola. L'emozione diventa fortissima, quando
comincia a cantare: Farewell Angelina, Christmas
time in Washinghton, Gracias a la vida, Un mondo
d'amore, C'era un ragazzo...
Siamo felicissime di essere lì e man
mano che passano le ore ci rendiamo sempre più
conto di quanto abbiamo fatto bene a rimanere
un giorno in più. Le lacrime scendono,
non ce ne rendiamo conto, siamo sommerse dalle
emozioni.
Il concerto finisce e qui sento salire tutti
i brividi addosso: un signore dalla galleria
comincia ad intonare We shall overcome,
tutti gli andiamo dietro, Joan rientra e cantiamo
tutti assieme. Un'emozione che non dimenticherò
mai.
Usciamo da teatro, telefoniamo a Franca e in
delirio le urlo: "Francaaaaaaaaa, dovevi
esserciiiiiiiiiiiiiiiii",e lei ci
racconta che negli anni 70 Joan Baez le ha dedicato
il concerto a Milano. Una grandissima.
Finita la telefonata il delirio continua: sappiamo
che Franca sta male per il voto, le è
costato votare contro coscienza, si sente in
colpa. Io e Lara ci guardiamo negli occhi, per
un attimo tutta la nostra timidezza sembra scomparire,
ci viene in mente di andare da Joan Baez che
nel frattempo è a cena lì vicino
con Furio Colombo, vogliamo dirle che siamo
delle amiche di Franca e se per favore può
chiamarla per salutarla. Poi mille dubbi ci
frenano: "magari a Franca non fa piacere,
magari è una cosa sbagliata..",
perdiamo l'attimo, siamo in preda a mille emozioni,
poi pensiamo: "Vabbè glielo raccontiamo,
sai che risate ci faremo" . Prendiamo il
taxi
(abbiamo incontrato il tassista più ladro
del mondo), torniamo al nostro adorato ostello.
Visto che gli altri se ne erano andati, chi
avrebbe dormito con noi? Entriamo nella nostra
pseudo-camera, non accendiamo nemmeno la luce
per non disturbare, ci aiutiamo con quella del
cellulare, andiamo velocemente in bagno (e non
mi soffermerò sulla descrizione del bagno,
perché non ci sono parole per descriverlo),
poi ci mettiamo a letto. Carichiamo la sveglia:
"allora abbiamo appuntamento con franca
alle 9.20, mettiamo la sveglia alle 6.30".
Certo.
Siamo in un letto a castello: Lara sopra, io
in quello sotto. Entro sotto il piumone, perché
non avevamo lenzuola per coprirci e al'improvviso
sento qualcosa tra le gambe..Cerco di mantenere
la calma..capisco che è un pezzo di stoffa,
forse cotone, ma cosa? Prendo coraggio e lo
afferro...sono mutande..sicuramente
non mie.
Le lancio via dal mio letto, busso al letto
di lara, che sta sopra di me e le dico sottovoce:
"Laraaaaa" e lei "Che c'èèèè?"
" Ho un paio di mutande tra le mie gambeeeeeee"
e lei "Gettale viaaa" Quante risate
ci siamo fatte poi la mattina e continuiamo
a farci tuttora.
Non riusciamo a dormire, mille pensieri ci attraversano
la testa..ci vorrà un po' per assorbire
del tutto questi giorni romani.
|